Volontariato
Cosa fa il centrosinistra. LUlivo lancia la controArezzo
Hanno accusato il governo di "aver fatto solo una passerella" e hanno boicottato la conferenza. E ora indicono gli Stati Generali.
Imbufaliti con il governo che «ignora l?opposizione, svilisce il ruolo del parlamento e delude le aspettative del mondo del volontariato», pronti a difendere a spada tratta i portavoce del Forum del Terzo settore, Edo Patriarca e Giampiero Rasimelli, dal «durissimo attacco del ministro Maroni», ma soprattutto vogliosi di «ridiscendere in campo» con proposte targate Ulivo grazie a una bella ?contro Arezzo? (di fatto, se non di nome) che, come ha scoperto Vita, il centrosinistra sta preparando e che si concretizzerà in una sorta di Stati generali dell?Ulivo sulle politiche sanitarie e sociali. Probabilmente proprio ad Arezzo e non più tardi di fine novembre.
Una contro Arezzo con, al posto di Fini, Moratti, Sirchia, le responsabili Welfare di Margherita e Ds, Rosy Bindi e Livia Turco: «quando era ministra lei, i volontari parlavano, ci mettevano sulla graticola e il Polo veniva invitato eccome», ricorda Nuccio Iovene, senatore diessino. Ma soprattutto inviti a tappeto alle realtà dell?associazionismo e del volontariato e agli enti locali. Racconta Vasco Giannotti, ex deputato ds, che ad Arezzo gioca sempre in casa perché ci vive: «Vogliamo discutere effetti e ritardi nell?attuare due leggi cruciali, la 229 e la 328 (riforma sanitaria e servizi sociali), diritto e interesse di tutti i cittadini». «Perché», continua, «il diritto alla salute o quello all?assistenza di disabili e anziani va garantito e difeso nelle sue linee essenziali e fondanti».
Rimane il fatto che il centrosinista alla Conferenza nazionale del volontariato, non c?è andato. Un po? per scelta polemica nei confronti del governo che l?ha organizzata, un po? perché non è stato invitato, denuncia. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, a dire la verità, sostiene il contrario? «Ma se è dovuto intervenire Casini, causa l?offesa alla dignità del parlamento, per redarguire Maroni!», ribatte a muso duro Mimmo Lucà, deputato e responsabile del Terzo settore per i Ds, unico esponente del centrosinistra a esserci andato lo stesso, ad Arezzo.
Assieme al suo braccio destro, Emiliano Monteverde, Lucà ha fatto un po? di sana propaganda per le proposte sue e dell?Ulivo («Di cui non parla nessuno», si lamenta: «Unità, manifesto e Repubblica, va bene, ma almeno Vita?») «e già che facevamo volantinaggio», dice, «abbiamo visto quanto i veri volontari siano stati marginalizzati, snobbati e abbiano dovuto subire un?inutile, vuota, passerella di ministri».
«Ma dell?affronto subito ad Arezzo, Maroni dovrà presto rendere conto alla Camera», sferza Lucà.
Giuseppe Fioroni, responsabile delle politiche della solidarietà per la Margherita, teme «i segnali preoccupanti che il governo lancia: cerca di mettere l?una contro l?altra le realtà del volontariato e impedisce una vera discussione in parlamento sull?impresa sociale, chiedendo una legge delega. La maggioranza vuole omologare e o ridurre al silenzio volontariato e Terzo settore, questa è la verità». Lucà e Fioroni hanno presentato, nei giorni scorsi, modifiche alla legge quadro 266 del 1991, testo sul quale, però, chiederanno il massimo della convergenza a tutte le forze politiche, data la rilevanza del tema e di un mondo che, per Fioroni, «non vuole né deve essere assimilato a logiche mercantili» e che «merita attenzioni, fondi e idee migliori delle chiacchiere da vuoto spinto oggi al governo» rincara Lucà.
Sempre che anche i contro Stati generali ulivisti della contro Arezzo non diventino una contro passerella.
Prove di riforma
Il dibattito sul volontariato si è sviluppato in sei tavoli di lavoro. Punto per punto ecco di cosa si è parlato e le proposte che sono scaturite.
Welfare ed enti locali
La legge 328/00 ha assegnato al volontariato un ruolo primario anche nella programmazione dei servizi. La Conferenza nazionale esprime, però, una viva preoccupazione per una deriva aziendalistica dell?intervento nel sociale. Appare indispensabile confermare il finanziamento dei centri attraverso le fondazioni ex bancarie. Il volontariato chiede che poi siano cassati i tagli di trasferimento agli enti locali, e che siano modificate le condizioni di accesso delle Regioni al Fondo sanitario nazionale, eliminando i vincoli che lo rendono inaccessibile.
La modifica della legge quadro
Queste le linee per riformare la legge 266/91: conferma dell?impianto portante della legge da aggiornare tenendo conto dell?evoluzione del Terzo settore. In particolare il raggio di azione del volontariato dovrà essere ampliato alla tutela dei diritti, mentre è confermata l?esclusione di ogni forma di remunerazione occulta. Si dovranno riconsiderare la composizione dell?Osservatorio in modo da allargarne la rappresentatività ai Centri di servizio, ai comitati di gestione e all?Agenzia per le onlus. Si chiede infine la riduzione dell?Iva e l?esclusione dall?Irap.
Centri di servizio e Comitati di gestione
Il comitato di gestione dovrà entrare nel testo legislativo della 266/91 con una definizione chiara sulla composizione e la funzione. Si propone l?istituzione di un Fondo di perequazione nazionale dei fondi speciali regionali e l?innalzamento a tre anni del periodo di mandato del comitato di gestione. Il tavolo nazionale auspica anche un?effettiva espressione delle realtà del volontariato nell?ambito dei comitati di gestione.
Un?esperienza fra generazioni
Il volontariato è il luogo naturale di scambio fra generazioni lontane. Per migliorare la qualità del lavoro del volontario si pensa di accogliere i giovani che intendono avvicinarsi alle associazioni con una sorta di tutoraggio che li guidi nell?acquisizione di metodologie e di competenze d?intervento. Infine si indica il Servizio civile nazionale come il banco di prova del governo nella sfida per valorizzare la cittadinanza attiva.
Sostegno ai più deboli
Nel caso di interventi complessi il volontariato deve agire nel quadro di progetti di intervento integrato, personalizzato e concordato. In questa prospettiva il volontariato deve partecipare alla definizione dei piani di zona. Bisogna intraprendere anche provvedimenti di natura sostanziale quali la regolamentazione dei trattamenti fiscali, la definizione di una rete di servizi per le situazioni di svantaggio con la necessaria copertura economica e l?esenzione dell?Iva per gli automezzi dedicati al trasporto di portatori di handicap.
Volontariato ed emergenza
La riforma del titolo V della Costituzione ha assegnato la titolarità della protezione civile per le emergenze di tipo B alle Regioni, che purtroppo non sono ancora tutte in grado di coordinare questa attività. Il Dipartimento di protezione civile sta inoltre progettando un Nucleo di intervento internazionale costituito da squadre specializzate di volontariato. La Conferenza denuncia l?inesistenza di una pianificazione dell?assistenza ai profughi gestita dalle associazioni di volontariato senza il supporto dello Stato e dei prefetti.
Stefano Arduini
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